ALISTE cooperativa sociale Onlus
PROGETTO SOFY SOFIA
Offre un servizio di assistenza domiciliare oltre a disporre di un centro di aggregazione giovanile rivolto a:
- Bambini dai 3 ai 10 anni
- Preadolescenti da 11 a 14 anni
- Ragazzi da 15 a 20
PROPOSTE:
Laboratori specifici di arte, musica, tai chi, corporeità e danza
Attività inerenti la dimensione ludica, sportiva, didattica, culturale e sociale
Grazie ad una positiva individuazione dei bisogni e delle potenzialità dei singoli fruitori, si propone un orientamento ai servizi territoriali; il lavoro è infatti impostato con la volontà di instaurare una proficua collaborazione con i vari servizi del territorio: servizi sociali, Asl, Servizi di Neuropsichiatria Infantile e privati.
Crediamo sia di grande importanza un lavoro di rete in quanto risulta fondamentale adottare un approccio sistemico - relazionale, che metta in connessione i diversi soggetti coinvolti che da diversi punti di vista, e tramite specifiche competenze, hanno come oggetto la tutela del minore ed il sostegno delle relazioni presenti nei contesti famigliari.
RISORSE UMANE COINVOLTE
. Coordinatore: ha il ruolo di coordinare gli aspetti organizzativi generali del servizio educativo, mantiene continui e costati rapporti con i genitori e con i diversi servizi del territorio, promuove e coordina incontri tra tutto il personale coinvolto, al fine di realizzare occasioni costruttive per migliorare la funzionalità dei servizi offerti.
. Consulente pedagogico: coordina gli educatori nell’elaborazione del progetto educativo e nel monitoraggio della sua attuazione, nella piena valorizzazione delle risorse umane e professionali disponibili, nonché le attività socio-pedagogiche e ludiche; offre un servizio di consulenza pedagogica ai genitori ed un sostegno alla funzione genitoriale.
. Educatori: professionisti che grazie alla formazione ed alla conoscenza approfondita delle tappe dello sviluppo infantile offrono un’attenzione individualizzata ad ogni singolo bambino, nel rispetto della sua personalità, perseguendo come obiettivo l’armonico sviluppo psico-fisico e di socializzazione del bambino, ed integrando l’azione educativa della famiglia. Essi attraverso l’osservazione, che è lo strumento guida e costante del lavoro, effettuano specifici interventi educativi volti allo sviluppo equilibrato della personalità dei soggetti, in un contesto di partecipazione alla vita quotidiana, favorendo la comunicazione tra il minore e le diverse figure professionali coinvolte e la comprensione della situazione che sta vivendo.
. Psicomotricista: professionista che ha come terreno specifico di intervento il rapporto tra il corpo e i processi psichici nella costruzione dell’identità, nonché il rapporto tra corpo ed espressività, valorizzando le capacità motorie della persona. Utilizzando la conoscenza di questi rapporti e la capacità peculiare di lettura della comunicazione non verbale (movimento, tono, postura, gesti, sguardi, uso degli oggetti e dello spazio), è l’operatore che interviene in un contesto relazionale con l’obiettivo di favorire in primo luogo il processo di integrazione tra i diversi piani espressivi e conoscitivi, che stanno alla base del fenomeno complesso che è la costruzione dell’identità.
. Insegnanti: docenti professionisti che organizzano e preparano il materiale necessario a svolgere le attività ed i percorsi formativi utili al minore per sostenere il percorso scolastico..
Maestri d’arte: professionisti che tramite le varie discipline artistiche insegnano ai bambini ad esprimere le proprie emozioni, offrendo loro gli strumenti per sperimentare – attraverso la pittura, il disegno, la musica, l’arte in genere- e per stimolare ed arricchire la creatività intrinseca in ciascuno e la cultura.
. Maestro di Tai Chi: aiuta il bambino, attraverso l’insegnamento dell’antica disciplina del Tai Chi Chuan, a centrarsi maggiormente su sé stesso, raggiungendo maggiore coscienza e padronanza del proprio corpo e dello spazio che lo circonda, aiuta a rilassarsi e trovare una tranquillità interiore data dalla concentrazione sui movimenti stessi.
. Volontari: offrono, con competenza, del tempo a supporto della quotidianità dei minori e delle loro famiglie.
METODOLOGIA
La nostra metodologia è strutturata con la finalità di non far perdere al minore l’interesse verso la propria crescita, aiutandolo a compiere quel processo di indipendenza che il bambino ha iniziato alla sua nascita, in autonomia. Gli operatori sono coloro che attraverso la costruzione di una relazione significativa aiuteranno a formare persone libere, responsabili, atte a partecipare alla vita ed al progresso della società.
Saranno i garanti dell’individualità e dell’integrità della vita di una persona, la quale, vivendo una condizione di disagio, vuole realizzare la conquista della sua libertà originaria e naturale; tale libertà, con l’aiuto di questi professionisti potrà essere trasformata in libertà culturale responsabile.
In questa breve premessa di carattere epistemologico affondano le radici della nostra metodologia educativa. Essa è improntata sulla convinzione che ciascun soggetto è in grado di dirigersi da solo in quanto individuo pensante, e di avere sufficiente potere per trattare in modo costruttivo tutti gli aspetti della propria vita percepiti dalla coscienza, perché la natura umana quando funziona liberamente è costruttiva e degna di fiducia. Compito dei collaboratori al progetto è garantire che tale processo interno avvenga attraverso la relazione, con l’instaurarsi di un rapporto in cui il bambino è considerato soggetto attivo.
Partire dal presupposto che ciascun minore è in grado di prendere delle decisioni buone per sé pare fondamentale: è necessario garantire che le figure professionali che lo accompagnano gli trasmettano un senso di sostegno e di appoggio, che lo aiutino a fare chiarezza ed a rimuovere ciò che ostacola la comprensione dei suoi effettivi bisogni, cogliendo la richiesta di orientamento. Gli operatori che lo affiancano sono coloro che affrontano insieme al “ben pensante” la quotidianità tra le mura di casa o tra i banchi di scuola, offrendo l’opportunità di analizzare il suo vissuto personale e particolari accadimenti nella sua storia.
Uno degli strumenti che intendiamo usare a questo riguardo è l’approccio autobiografico che si sviluppa attraverso il ricorso alla scrittura ed ancor prima al disegno, prodotti originali dal bambino il quale, lavorando sul ricordo e sulla memoria della propria storia personale, ha l’opportunità di sviluppare la consapevolezza della propria identità ed unicità.
La comprensione della storia del minore è fondamentale in quanto è il principale strumento per prendersi cura della sua esistenza.
Particolare attenzione sarà dedicata alla corporeità del bambino: il corpo parla un linguaggio che va al di là e talvolta anticipa l’espressione verbale; l’osservazione dei movimenti, degli atteggiamenti e delle reazioni del corpo consente la decodifica di emozioni e di tutto ciò che appartiene al mondo interiore. Tali osservazioni saranno oggetto di riflessione condivisa in sede di supervisione.
Un concetto fondante la metodologia di lavoro adottata dagli operatori è considerare il minore come un centro attivo di competenze: questo è un passo necessario per costruire un atteggiamento dialogico con il minore in grado di orientarlo verso una costruzione armonica delle sue relazioni con l’ambiente che lo circonda. Crediamo fortemente che il bambino nasca competente e disponga già di nozioni, valori e criteri di valutazione che orientano concretamente la sua esperienza e la sua azione.
È purtroppo diffusa la tendenza a guardare verso il bambino come se fosse una lavagna dove viene scritto con un vecchio gesso l’insieme delle conoscenze “necessarie” per un regolare sviluppo umano e sociale. Riteniamo però che tale approccio neghi la sua personalità e induca un deleterio stato in insicurezza. Per queste ragioni consideriamo il minore come un centro attivo di competenze degno di essere accolto nella sua originalità all’interno di un contesto relazionale.
IL nostro pensiero viene coltivato come si coltiva una buona vigna: il bambino riconosce chi sa riconoscere “un buon acino”, perché sa che chi lo sceglie ne sa di buon vino, sapendone valorizzare le qualità, ed il bambino si fida di chi riconosce che ognuno ne sa del proprio bene. Questo riteniamo sia il pensiero di un buon professionista che sa coltivare bene la propria vigna: chiunque può entrare apportando la propria originalità ed unicità; compito dell’operatore affiancarlo ed accompagnarlo ad esprimere l’eccellenza che è in sé, come in ciascuno di noi.
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